Berlinguer è eletto segretario del Pci il 17 marzo 1972. La società italiana è attraversata da forti istanze di cambiamento, sollecitate dal ’68 studentesco e dall’“Autunno caldo” operaio del ’69, ma è anche scossa dallo stragismo neofascista. Con il compromesso storico, Berlinguer intende dare uno sbocco politico alla richiesta di rinnovamento e difendere le istituzioni repubblicane, rinsaldando i legami con le forze democratiche del Paese. Nel 1976 il Pci raggiunge il massimo storico dei consensi e per tre anni è coinvolto nelle scelte dei governi nazionali senza farne parte formalmente. La stagione della solidarietà democratica è segnata da una profonda crisi economica internazionale e dalla sfida alla democrazia italiana mossa da più parti, e in particolare dalle Br, che sfocia nel rapimento di Aldo Moro. Sono anche anni di riforme e sacrifici: le prime cambiano il volto del Welfare italiano, i secondi minano il consenso del Pci, che torna all’opposizione nel 1979. I luoghi dell’ultima stagione di Berlinguer sono i cancelli di Mirafiori, dove sostiene la lotta degli operai Fiat, e l’Irpinia devastata dal terremoto, evento che segna il definitivo passaggio alla linea dell’alternativa democratica. Nel 1984 Berlinguer schiera il Pci contro il ridimensionamento della scala mobile. Lo scontro tra Berlinguer e i governi di pentapartito è al culmine, quando lo coglie la morte improvvisa.